Un pò di storia. Il primo paese a disporre una normativa cautelativa sull’uso dell’amianto è stato il Regno Unito nel 1930. Qualche anno dopo la Germania ne definì il pericolo e l’entità cancerogena (tumore al polmone da amianto). Nel 1983 fu bandito in maniera definitiva in Islanda.

A seguito del recepimento della direttiva europea 83/478 del 1986 con l’ordinanza del Ministero della Sanità furono imposte le prime disposizioni per regolamentare l’uso dell’absesto, fino a quando nel 1992 con la legge n. 257 anche in Italia è stata vietata “l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto.”

Le eccellenti caratteristiche fisiche e meccaniche come la proprietà ignifuga, termoisolante, la scarsa conduzione del calore, la resistenza alla trazione e agli attacchi chimici, ma sopra ogni altra cosa il basso costo dell’amianto, ne hanno consentito un massiccio utilizzo di impiego tra il 1965 e il 1983 e secondo i dati forniti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, in Italia sono stati rilevati circa 2.5 miliardi di metri quadrati di coperture in eternit per un totale di circa 32.000.000 di tonnellate di materiali contenenti absesto tra:

guarnizioni di caldaie, forni, stufe, bombole, sistemi di coibentazione, negli isolanti di tubi e caldaie, canne fumarie e comignoli, nelle cabine motore di navi e locomotive, tubazioni, scarichi, rivestimenti e impianti vita, intonaci riempitivi e stucchi, nei pavimenti in linoleum, piastrelle, nei massetti, nelle colle, nelle guaine, vasi, fioriere, tende e tendaggi, serbatoi, gronde e discendenti.